"..Ho un cuore appassionato, quasi allegro, quasi triste..che si posa quasi sempre su qualcosa che già esiste..."
giovedì 21 marzo 2013
venerdì 15 marzo 2013
Un tempo piccolo
Califano è un grande poeta, lo hanno detto in molti, ma in molti lo hanno dimenticato. Se ne ricorderanno, come al solito, quando un artista finisce il suo percorso, osannandolo come se lo avessero da sempre amato; come da un po' di tempo a questa parte succede con i social network e le televisioni, di iniziare a conoscere ed amare qualcuno solo in quanto passato a miglior vita. Certo, è sempre meglio di non ricordarlo affatto. Non che non abbia avuto il suo meritato successo, solo che spesso non capisco l'esaltazione di chi non c'è più da parte di chi non l'ha mai considerato prima, ma questa è un'altra parentesi che spero non si verifichi per i prossimi cent'anni.
Un tempo piccolo è stata scritta da lui, dopo un elenco infinito di capolavori che sappiamo ed è stata interpretata dai Tiromancino nel 2005. La prendo in considerazione perché credo sia degna di essere ricordata, letta, studiata, ascoltata e sentita. Ogni piccolo spazio che l'accoglie è uno spazio in più per ricordare quanta poesia possa esserci nella musica, quanto una canzone possa descrivere e spiegare la bellezza di un momento che per chi lo vive diviene qualcosa da dimenticare. Forse l'arte si definisce proprio in questo, nel riuscire a fermare un tempo che si vorrebbe cancellare, ma così prezioso per chi vive di emozioni che per quanto negative portano a creare sensazioni in cui riconoscersi.
Diventai grande in un tempo piccolo
Comincia così, con l'emblema della vita. La sofferenza fa crescere, non fa migliorare; dice infatti diventai grande. Non sono più un bambino, quindi non sono più felice; perché la felicità è non sapere, la felicità da grandi si figura nella maniera più assoluta ricordando quando si era piccoli e non si conosceva la vita e tutto ciò che ne consegue.
Diventare grandi è smettere di sognare, di credere alle favole, di cercare le risposte e soprattutto scoprire che ogni cosa ha una fine. La fine di un amore in cui si è creduto fino in fondo, magari il primo importante, porta a questo. Si pagano le conseguenze dell'essersi figurati la felicità come ad una vita da trascorrere con una persona; non c'è errore più grande, perché quando quella persona decide di andare interrompe tutto. Tutto si ferma. E si diventa inevitabilmente grandi, nel senso di infelicità più totale.
Questa canzone per me descrive quel momento di disperazione in cui tutto sembra perso, niente è come prima. Come se ad un tratto il sole un giorno smettesse di sorgere, o di tramontare, o la luna diventasse quadrata. Certezze che precipitano, vita da ricostruire, sì, ma dopo lo sgomento del dolore. Così il protagonista vive questo momento nuotandoci, nel dolore, nell'incoscienza, prima di poter rinascere. Sregola una vita che probabilmente prima lo era.
Diventare grandi è smettere di sognare, di credere alle favole, di cercare le risposte e soprattutto scoprire che ogni cosa ha una fine. La fine di un amore in cui si è creduto fino in fondo, magari il primo importante, porta a questo. Si pagano le conseguenze dell'essersi figurati la felicità come ad una vita da trascorrere con una persona; non c'è errore più grande, perché quando quella persona decide di andare interrompe tutto. Tutto si ferma. E si diventa inevitabilmente grandi, nel senso di infelicità più totale.
Questa canzone per me descrive quel momento di disperazione in cui tutto sembra perso, niente è come prima. Come se ad un tratto il sole un giorno smettesse di sorgere, o di tramontare, o la luna diventasse quadrata. Certezze che precipitano, vita da ricostruire, sì, ma dopo lo sgomento del dolore. Così il protagonista vive questo momento nuotandoci, nel dolore, nell'incoscienza, prima di poter rinascere. Sregola una vita che probabilmente prima lo era.
mi buttai dal letto per sentirmi libero
vestendomi in fretta per non fare caso
a tutto quello che avrei lasciato
scesi per la strada e mi mischiai al traffico
vestendomi in fretta per non fare caso
a tutto quello che avrei lasciato
scesi per la strada e mi mischiai al traffico
Cosa fare al primo risveglio dopo una storia finita? Una sorta di strada mai percorsa che ci si impone di percorrere per non morire. Resta di vivere, ma vivere come? In qualsiasi modo quel momento conceda; allora ecco che non importa più come vestirsi, nè cosa si lascia, perché è meglio non fermarsi a pensare.
rotolai in salita come fossi magico
toccando terra rimanendo in bilico
diventai un albero per oscillare
spostai lo sguardo per mirare altrove
cercando un modo per dimenticare
toccando terra rimanendo in bilico
diventai un albero per oscillare
spostai lo sguardo per mirare altrove
cercando un modo per dimenticare
Poi torna a casa, dipinge, beve, pranza all'ora di cena, prova a leggere, riempie di qualsiasi cosa il tempo che non è più lo stesso e non ha più orari, nè regole.
Un tempo piccolo basta per amare, ma per dimenticare non basta una vita, o almeno così si sente in quel momento. Come qualsiasi altra malattia, lutto, come qualsiasi cosa negativa che a venire non ci vuol niente ma che per passare nel modo migliore viaggi, vedi e soprattutto vivi perché pensi che si debba coprire, riempire di vita, di altro, finchè non c'è più spazio.
Alla fine il pensiero è sempre e solamente una strada circolare che per mille volte devi percorrere per abituarti a guardare il punto di partenza con indifferenza e solo allora capirai di esser guarito. Solo allora potrai rinascere sotto le stelle, anche se la parola chiave non è mai scordare, ma piuttosto abituarsi ad un'assenza e conviverci.
M.N.
venerdì 8 marzo 2013
Oceano di gomma
Oceano di gomma è una delle canzoni più belle, profonde, dolci e struggenti che io abbia mai ascoltato. Basta ascoltarla per immergersi nel sentimento di un uomo che non sa come rifugiarsi, cosa pensare, come comunicare con un amico che ha perso probabilmente a causa della droga.
Un fiore d'oppio in porcellana e roccia
così lo descrive. Credo sia uno dei versi più belli che io abbia mai letto e che non ci sia bisogno di aggiungere altro. In queste parole si racchiude il senso di tutto il brano in cui lui si ritaglia un piccolo spazio per poter pensare di avere ancora un contatto, anche se solo attraverso un pensiero.
beh almeno tu sei vero
anche se sei solo pensiero
chi di noi due è reale
tu non sei più vivo
e io non sono mai stato capace di amare
Si chiede chi dei due sia più reale, perchè lui è ancora vivo ma ha comunque perso la sua dimensione, in quell' oceano gommoso come l'oppio che ti culla e che ti inganna fino ad ingoiarti.
il prezzo è un po' il mare
sembra che ti culli
ma poi ti vuole ingoiare
Così lui si figura un mondo tutto loro, che magari gli altri faticherebbero a capire, in cui può ancora ritrovare quell'anima dalla quale si sentiva compreso, anche se non c'è più.
tu per me sei vero
sei il mio più dolce pensiero
è solo tuo e mio il finale
credo che per gli altri sia solo
imbarazzante e virtuale
sei il mio più dolce pensiero
è solo tuo e mio il finale
credo che per gli altri sia solo
imbarazzante e virtuale
lunedì 4 marzo 2013
4 marzo 1943
Con un semplice Ciao accompagnato da un balletto portava l'allegria mentre dipingeva un affresco che fotografava sulla stessa parete la vita e la morte, descriveva l'indifferenza. Oggi avrebbe compiuto settant'anni, per la maggior parte spesi ad essere, comunicare, esprimere, quindi vivere. Non si può dire che come molti altri sia stato sottovalutato e poi riscoperto solo quando era troppo tardi, ma si può dire che resta qualcuno che vale la pena di non dimenticare.
Sono molte le canzoni di cui si potrebbe parlare, ma oggi è il 4 marzo e non si può ignorare questo pezzo. Il testo nasce dalla penna di Paola Pallottino e con il titolo Gesù Bambino, cambiato a causa della censura (insieme ad altri versi) con la data di nascita di Dalla, pur non essendo autobiografica. Come una vecchia foto descrive un pezzo di storia, attraverso la vita di un uomo nato da una ragazza che aveva quindici anni ed uno straniero che non ha mai conosciuto, perchè ammazzato subito dopo averlo concepito. Un giorno di guerra con la tregua di un amore appena nato e finito ancor prima di cominciare, ma che lascia il segno di una vita. Una vita difficile che viene raccontata semplicemente, senza inutili giri di parole, ma con una strofa per ogni avvenimento che la segna. A dividerle, un refrain geniale di violino.
L'incontro della ragazza con l'uomo che subito dopo muore in guerra
L'incontro della ragazza con l'uomo che subito dopo muore in guerra
Dice che era un bell'uomo
e veniva, veniva dal mare
parlava un'altra lingua,
però sapeva amare
e quel giorno lui prese mia madre
sopra un bel prato
l'ora più dolce
parlava un'altra lingua,
però sapeva amare
e quel giorno lui prese mia madre
sopra un bel prato
l'ora più dolce
prima di essere ammazzato
La vita della ragazza che da sola porta avanti la gravidanza con amore e poco denaro
Così lei restò sola nella stanza,
la stanza sul porto
con l'unico vestito
la stanza sul porto
con l'unico vestito
ogni giorno più corto
e benchè non sapesse il nome
e neppure il paese
mi aspettò come un dono d'amore
e benchè non sapesse il nome
e neppure il paese
mi aspettò come un dono d'amore
fin dal primo mese
La sua giovane età che la rendeva inadeguata
Compiva 16 anni quel giorno la mia mamma
le strofe di taverna,
le cantò a ninna nanna
e stringendomi al petto che sapeva,
sapeva di mare
giocava a fare la donna
le strofe di taverna,
le cantò a ninna nanna
e stringendomi al petto che sapeva,
sapeva di mare
giocava a fare la donna
con il bimbo da fasciare.
La brevità della sua vita, appena accennata
E forse fu per gioco
o forse per amore
che mi volle chiamare
che mi volle chiamare
come nostro Signore
Della sua breve vita
Della sua breve vita
è il ricordo più grosso
è tutto in questo nome
che io mi porto addosso
che io mi porto addosso
La storia è narrata in prima persona dal protagonista, chiamato Gesù Bambino probabilmente perchè metaforicamente anch'egli è cresciuto prevalentemente con sua madre ed aveva un rapporto molto stretto con la gente ed i posti più semplici.
E ancora adesso che gioco a carte
e bevo vino
per la gente del porto
mi chiamo Gesù bambino.
e bevo vino
per la gente del porto
mi chiamo Gesù bambino.
Presentato a Sanremo nel '71, il brano è arrivato terzo e ha fatto il giro del mondo.
M.N.
domenica 3 marzo 2013
c'è un solo peccato
"C'è un solo peccato. Uno solo. Il furto. Ogni altro peccato può essere
ricondotto al furto.
Se uccidi un uomo, gli rubi la vita. Rubi il diritto di sua moglie ad avere
un marito, derubi i suoi figli del padre.
Se dici una bugia a qualcuno, gli rubi il diritto alla verità.
Se imbrogli, quello alla lealtà." (il cacciatore di aquiloni)
Pensando, tra rabbia e sgomento, al piccolo charlie....
ricondotto al furto.
Se uccidi un uomo, gli rubi la vita. Rubi il diritto di sua moglie ad avere
un marito, derubi i suoi figli del padre.
Se dici una bugia a qualcuno, gli rubi il diritto alla verità.
Se imbrogli, quello alla lealtà." (il cacciatore di aquiloni)
Pensando, tra rabbia e sgomento, al piccolo charlie....
La verità che ricordavo - Afterhours
Sento di avere una milza nel cervello
Il primo verso di questa canzone spiega a mio avviso il senso profondo di tutti quelli che vengono dopo. Potrebbe anche da solo bastare per esprimere un concetto in maniera completa. Lo stato d'animo di molti poeti, il disagio, l'inadeguatezza, la sensibilità profonda può essere definita in una parola "Spleen" (che in inglese significa, appunto, milza).
Per capire meglio il senso della "milza nel cervello", credo sia utile riportare dei versi da Spleen di Baudelaire:
Senza tamburi, senza musica, sfilano funerali
a lungo, lentamente, nel mio cuore: Speranza
piange disfatta e Angoscia, dispotica e sinistra
infilza nel mio cranio il suo vessillo nero
Partendo da questo stato d'animo comune a molti poeti, l'angoscia dovuta alla mancata capacità di rapportarsi con il mondo reale, di sentirsene parte o comunque riuscire ad adeguarsi alle sue "leggi" e consuetudini, penso sia semplice avere la chiave per entrare a fondo in questa canzone. Tutto il resto viene da sè.
e il sole sale sopra il continente del male
Non essere più dei bambini e scontrarsi con la realtà, porta ad assumere dei comportamenti "dovuti" e a rinunciare anche a una parte importante di sè. Inevitabilmente ci si sente anche meno vivi, meno sereni e soprattutto meno liberi.
Non resta che desiderare di tornare a quando la realtà era per molti versi sconosciuta.
Per capire meglio il senso della "milza nel cervello", credo sia utile riportare dei versi da Spleen di Baudelaire:
Senza tamburi, senza musica, sfilano funerali
a lungo, lentamente, nel mio cuore: Speranza
piange disfatta e Angoscia, dispotica e sinistra
infilza nel mio cranio il suo vessillo nero
Partendo da questo stato d'animo comune a molti poeti, l'angoscia dovuta alla mancata capacità di rapportarsi con il mondo reale, di sentirsene parte o comunque riuscire ad adeguarsi alle sue "leggi" e consuetudini, penso sia semplice avere la chiave per entrare a fondo in questa canzone. Tutto il resto viene da sè.
e il sole sale sopra il continente del male
sopra il quale sto crescendo, migliorando
e dove fingo
di non essermene accorto
che non sto vivendo
sono morto
Non essere più dei bambini e scontrarsi con la realtà, porta ad assumere dei comportamenti "dovuti" e a rinunciare anche a una parte importante di sè. Inevitabilmente ci si sente anche meno vivi, meno sereni e soprattutto meno liberi.
Voglio la verità che ricordavo
Non resta che desiderare di tornare a quando la realtà era per molti versi sconosciuta.
M.N.
sabato 2 marzo 2013
Phantastica - Verdena
Le canzoni dei Verdena sono tra quelle che ci sono regalate come si regala qualcosa che non richiede un ordine ed un utilizzo preciso, ma che diventa ed è in base a chi la riceve. Come una collana da attorcigliare volendo, intorno al polso o un colore che cambia tonalità seguendo la luce che c'è quando lo si guarda. Sono liquido che una volta dentro assume ed abbraccia la forma che lo accoglie e si fonde con il suo modo di guardare, i suoi ricordi, il suo linguaggio.
Lo stesso autore, Alberto Ferrari, in una sua intervista ha dichiarato: «Ognuno vive le cose in modo diverso e le sente in modo diverso. I miei testi non hanno senso, e allo stesso tempo ne hanno più di uno. Possono averne anche tre/quattro».
Trovo che siano una delle speranze musicali in Italia, uno di quei gruppi dei quali ancora si attende il prossimo lavoro con la curiosità di chi non sa di preciso cosa aspettarsi, ma sa che in qualche modo si arricchirà. Sicuramente l'argomento Verdena verrà ripreso più volte in questo spazio.
Lo stesso autore, Alberto Ferrari, in una sua intervista ha dichiarato: «Ognuno vive le cose in modo diverso e le sente in modo diverso. I miei testi non hanno senso, e allo stesso tempo ne hanno più di uno. Possono averne anche tre/quattro».
Trovo che siano una delle speranze musicali in Italia, uno di quei gruppi dei quali ancora si attende il prossimo lavoro con la curiosità di chi non sa di preciso cosa aspettarsi, ma sa che in qualche modo si arricchirà. Sicuramente l'argomento Verdena verrà ripreso più volte in questo spazio.
Phantastica mi fa immaginare la situazione di chi sta accanto a qualcuno che non vive così come dovrebbe e si sta spegnendo un po' per volta, magari facendo uso di qualche droga.
Sei un fiore insano tu che si guarda
con occhi porpora
con occhi porpora
Potrebbe essere un dialogo con se stessi o con qualcuno di caro, io penso più alla seconda ipotesi. Il protagonista guarda con occhi commossi dall'impotenza e dal desiderio di voler fare qualcosa di utile, ma alla fine tutto quello che fa è cercare di capire ed essere presente.
L'aggressività non mi avrà
confonde le idee ed affetta la gente
confonde le idee ed affetta la gente
Penso che lui sia l'unico (a differenza del resto del mondo che pensa di insegnare con l'aggressività come vivere) a volerla/lo aiutare in altro modo.
Racconto favole su di te che ascolti così
preziosamente
preziosamente
E magari con un rimprovero che ripete nel testo
C'è un Cristo che sanguina e ci guarda con rabbia
E come sai tu sei per me colpevole
Nello stesso tempo teme che stare solo accanto a questa persona non basti per salvarla.
Correggimi se tutto questo è debole
Come in tutti i lavori del Verdena, la musica è fondamentale per ricostruire e completare l'atmosfera e le sensazioni di tutto ciò che si vuole trasmettere.
E la musica è meravigliosa.
M. N.
venerdì 1 marzo 2013
"La musica basta e avanza per sconfiggere la solitudine. La musica è l'unica promessa mantenuta,la musica è l'unica scommessa vinta. Lo aveva detto a qualcuno, una volta, che la musica è tutto, che è l'inizio e la fine del viaggio, che la musica è il viaggio stesso. Lo hanno ascoltato ma non gli hanno creduto. D'altronde, cosa ci si può aspettare da chi la musica la suona e la sente ma non la respira?" (G. Faletti)
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